VALORE AGGIUNTO PRO-CAPITE

IL CALCOLO DEGLI INDICI DI PRODUTTIVITÀ AZIENDALE

Aggiornato al 21.03.2014

Uno degli indici di produttività aziendale che viene spesso calcolato nelle analisi di bilancio è il valore aggiunto pro-capite.

Esso è ottenuto dividendo il valore aggiunto dell’esercizio per il numero medio dei dipendenti nel corso dello stesso esercizio.

Il valore aggiunto è dato dalla differenza tra il valore della produzione del periodo e i consumi di materie e servizi dello stesso periodo.

Il numero medio dei dipendent i viene calcolato come media tra il numero dei dipendenti in forza presso l’azienda all’inizio dell’esercizio e alla fine dell’esercizio. Nel calcolo si tiene conto di tutti i dipendenti dell’azienda a prescindere da quelle che sono le loro mansioni e i settori in cui operano.

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Esempio:
dal bilancio della Alfa Srl, relativo all’esercizio x, risulta un valore della produzione di 280.000 euro e un costo per acquisto di materie e servizi per 170.000 euro.
Alla data del 1 gennaio dell’anno x i dipendenti assunti sono 70, mentre al 31 gennaio dell’anno x essi sono 74.


Ecco come si procede al calcolo del valore aggiunto pro-capite.


Valore aggiunto: 280.000 - 170.000 = 110.000
Numero medio dei dipendenti: (70 + 74)/2 = 72 dipendenti
Valore aggiunto pro-capite: 110.000/72 = 1.528.


Questo dato indica che il valore aggiunto conseguito da ogni dipendente ammonta a 1.528 euro.

A parità di altre condizioni, il valore aggiunto pro-capite è minore nelle imprese con un elevato numero di addetti, mentre è maggiore nelle imprese con un minor numero di addetti.

Questo indice può assumere valori negativi o positivi:


Valori assunti dal valore aggiunto pro-capite

E’ evidente, quindi, che in condizioni normali il valore aggiunto pro-capite deve assumere valori positivi.

L’indice in esame viene influenzato soprattutto dal settore di appartenenza dell’azienda, dal suo livello di automazione (dato che aziende maggiormente automatizzate impiegano, in genere, un minor numero di addetti) e dall’eventuale integrazione verticale dei processi produttivi (poiché l’impresa può svolgere al suo interno tutto il processo produttivo o può delegare parte di esso a terzi con inevitabili conseguenze sui costi e sul numero di addetti).

 
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