COMODATO D'USO GRATUITO E IMPOSTA DI REGISTRO

IN QUALI CASI SI PAGA L'IMPOSTA DI REGISTRO PER I CONTRATTI DI COMODATO D'USO GRATUITO

Aggiornato al 13.07.2018

Per il contratto di comodato d'uso gratuito non è obbligatoria la forma scritta neppure quando oggetto del contratto sono beni immobili.

Pertanto, se il contratto viene redatto tra le parti, verbalmente non è dovuta l'imposta di registro. Esiste, tuttavia, una eccezione a tale regola: essa è data dall'ipotesi che il contratto di comodato in questione sia enunciato in altri atti. In questa ipotesi il contratto è soggetto ad imposta di registro.

In caso di contratto scritto occorre fare una distinzione in base al tipo di bene che forma oggetto del contratto.

Se il contratto ha per oggetto beni immobili, esso deve essere registrato in termine fisso ed è soggetto ad imposta di registro.

Se, invece, il contratto ha per oggetto beni mobili l'obbligo di registrazione in termine fisso sussiste solamente se il contratto è redatto sotto forma di scrittura privata a firme autenticate o per atto pubblico , nel qual caso è dovuta l'imposta di registro.

Qualora, invece, il contratto è redatto sotto forma di scrittura privata a firme non autenticate, la registrazione è obbligatoria solamente in caso d'uso: ed è solamente in questo caso che scatta l'obbligo di pagare l'imposta di registro.

In tutti i casi nei quali l'imposta di registro è dovuta essa si applica in misura fissa.

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Ricapitolando:


Comodato e imposta di registro

 
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