DISAGGIO DI EMISSIONE

EMISSIONE DI UN PRESTITO OBBLIGAZIONARIO SOTTO LA PARI

Aggiornato al 06.07.2023

I prestiti obbligazionari possono essere emessi alla pari, sopra la pari o sotto la pari a seconda che il loro valore di emissione sia pari, superiore o inferiore rispetto al valore nominale.

Il caso più frequente è quello di emissione sotto la pari, cioè il caso in cui il valore di emissione è inferiore rispetto al valore nominale del prestito: questo perché tale tipo di emissione favorisce la collocazione dei titoli sul mercato.

La differenza tra il valore nominale del prestito obbligazionario e il valore di emissione prende, in questo caso, il nome di disaggio prestiti o disaggio di emissione o perdita di emissione.

Ipotizziamo che una società emetta, in data 01/01 dell’anno x, 10.000 obbligazioni del valore nominale di 10 euro ciascuna. Il prezzo di emissione di ogni obbligazione è di euro 9,50.

Il valore nominale dell’intero prestito ammonta a 100.000 euro (10.000 obbligazioni x 10 euro) mentre il valore di emissione è pari a 95.000 euro (10.000 obbligazioni x 9,50 euro): di conseguenza il disaggio di emissione è pari a 5.000 euro (100.000 – 95.000).


I prestiti obbligazionari possono essere valutati con due criteri diversi:

  • in base al criterio del costo ammortizzato tenuto conto del fattore temporale. Questo criterio è applicato da tutte le imprese che redigono il bilancio ordinario;
  • in base al criterio del valore nominale. Questo criterio può essere applicato dalle imprese che redigono il bilancio in forma abbreviata. Ricordiamo che per poter redigere il bilancio in forma abbrevita la società, oltre a dover rispettare i limiti prescritti dalla legge, non deve aver emesso titoli negoziati in mercati regolamentati (art.2435-bis Codice civile).


COSTO AMMORTIZZATO TENUTO CONTO DEL FATTORE TEMPORALE

Nel primo caso, l’OIC 19, che disciplina la materia dei debiti, stabilisce che i disaggi di emissione dei prestiti obbligazionari sono inclusi nel calcolo del costo ammortizzato utilizzando il criterio dell’interesse effettivo. Questo implica che essi siano ammortizzati lungo la durata attesa del debito. Il loro ammortamento integra o rettifica gli interessi passivi calcolati al tasso di interesse nominale in modo tale che il tasso di interesse effettivo possa rimanere un tasso di interesse costante lungo la durata del debito da applicarsi al suo valore contabile, fatta salva la rilevazione delle variazioni imputabili ai flussi finanziari dei tassi variabili di riferimento, ove applicabili.

Vediamo questo cosa significa da un punto di vista pratico.

Il valore iniziale di iscrizione del prestito è dato dalla differenza tra il suo valore nominale (100.000) e il disaggio di emissione (5.000) ovvero esso è pari a 95.000.

La registrazione da fare in partita doppia, al momento della sottoscrizione del prestito da parte degli obbligazionisti è la seguente:


Data Conto Importo Dare Importo Avere
../../.. OBBLIGAZIONISTI C/SOTTOSCRIZIONE 95.000  
../../.. PRESTITO OBBLIGAZIONARIO   95.000


Si supponga, inoltre, che il tasso di interesse annuo sia del 5% e che gli interessi vadano corrisposti in data 31/12 di ogni anno in via posticipata, mentre il capitale verrà rimborsato in un’unica soluzione alla scadenza del prestito che avverrà a 5 anni dalla data di emissione.

L’interesse annuo pagato dalla società agli obbligazionisti ammonta a 5.000 euro.

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L’importo che la società dovrà restituire alla scadenza sarà pari a 105.000 euro, ovvero il valore nominale (100.000) più l’ultima rata di interessi (5.000).

Il TIR (Tasso interno di rendimento), nel nostro esempio, è pari a 6,193 (per comprendere come si calcola il TIR e il costo ammortizzato si legga Esempio di calcolo del costo ammortizzato di un debito).

Inoltre ipotizziamo che il tasso di mercato non sia significativamente diverso rispetto al tasso desumibile dalle condizioni contrattuali quindi non si dovrà procedere all’attualizzazione del debito.

L’interesse maturato nel primo esercizio ammonta a:

95.000 x 6,193% = 5.883,35.

L’interesse corrisposto nel primo esercizio ammonta a 5.000 euro. Quindi, al momento del pagamento dell’interesse si dovrà registrare:

capitale iniziale + interesse maturato - interesse corrisposto 95.000 + 5.883,35 - 5.000 = 95.883,35.


Data Conto Importo Dare Importo Avere
../../.. INTERESSI PASSIVI SU PRESTITO OBBLIGAZIONARIO 5.833,35  
../../.. BANCA C/C   5.000,00
../../.. PRESTITO OBBLIGAZIONARIO   833,35


Pertanto, il valore del prestito obbligazionario dopo la registrazione sarà:

95.000 + 883,35 = 95.883,35.

I valori da registrare nei vari esercizi saranno:


Valori da registrare


Ovviamente, nel nostro esempio, essendo gli interessi corrisposti in data 31/12 di ogni anno non si procede al calcolo dei ratei passivi (a tale proposito si veda Rateo interessi passivi su mutui).


VALORE NOMINALE

Nel caso in cui l’impresa redige il bilancio in forma abbreviata e si avvale della facoltà di valutare i debiti al valore nominale, il disaggio di emissione è iscritto tra i risconti attivi e viene ammortizzato a quote costanti lungo la durata del prestito ad integrazione degli interessi passivi nominali.

Tornando all’esempio precedente, al momento della sottoscrizione del prestito obbligazionario si avrà:


Data Conto Importo Dare Importo Avere
../../.. OBBLIGAZIONISTI C/SOTTOSCRIZIONE 95.000  
../../.. DISAGGIO DI EMISSIONE 5.000  
../../.. PRESTITO OBBLIGAZIONARIO   100.000


Al termine dell'esercizio successivo si dovrà rilevare:


Data Conto Importo Dare Importo Avere
../../.. RISCONTI ATTIVI DISAGGIO DI EMISSIONE 4.000  
../../.. DISAGGIO DI EMISSIONE   4.000



Il risconto è ottenuto:

  • dividendo il disaggio per il numero di esercizi di durata del prestito obbligazionario (5.000 : 5 = 1.000);
  • sottraendo al disaggio la quota da imputare a ciascuno dei 5 esercizi (5.000 - 1.000 = 4.000).

In questo modo la perdita di emissione grava sull’esercizio per 1.000 euro.

Al termine dell’esercizio successivo si dovrà rilevare:


Data Conto Importo Dare Importo Avere
../../.. QUOTA AMMORTAMENTO DISAGGIO DI EMISSIONE 1.000  
../../.. RISCONTI ATTIVI DISAGGIO DI EMISSIONE   1.000


In questo modo si rinviano ai futuri esercizi risconti per 3.000 e così via.

La quota di ammortamento imputata a ciascun esercizio viene rilevata nel Conto economico tra i proventi e oneri finanziari, alla voce “I” (C.17 del Conto economico).

Ricordiamo, infine, che il criterio del costo ammortizzato può non essere applicato se gli effetti sono irrilevanti cosa che accade se ogni differenza tra valore iniziale e valore a scadenza è di scarso rilievo.

 
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