I COMPONENTI STRAORDINARI DI REDDITO
QUALI SONO I COMPONENTI STRAORDINARI DI REDDITO?
Nel sistema del capitale e del risultato economico le variazioni economiche si differenziano in:
-
variazioni economiche di capitale
- variazioni economiche di reddito.
Le prime comportano una variazione diretta del capitale netto o delle sue parti ideali.
Le seconde si differenziano, a loro volta, in:
- variazioni economiche ordinarie;
- variazioni economiche straordinarie.
Le variazioni economiche ordinarie sono generate da normali operazioni di gestione, mentre le variazioni economiche straordinarie sono generate da eventi eccezionali o straordinari e a volte, che non dipendono dalla volontà dell’imprenditore (si pensi, ad esempio, ai furti, agli incendi, alle alluvioni).
Sono variazioni economiche di reddito straordinarie: le plusvalenze e le minusvalenze, le sopravvenienze attive e passive, le insussistenze attive e passive.
Minusvalenze e plusvalenze sono componenti di reddito che si possono manifestare solamente in caso di vendita di immobilizzazioni , cioè di quei beni che normalmente rimangono per lungo tempo all’interno dell’impresa e, generalmente, non sono destinati alla vendita.
Le minusvalenze sono date dal minor valore realizzato rispetto al valore contabile del bene. Facciamo un esempio. Un macchinario ha un valore contabile di 100. Esso viene venduto al prezzo di 80. La differenza di 20 rappresenta una minusvalenza, ovvero una variazione negativa di reddito straordinaria.
Le plusvalenze sono date dal maggior valore realizzato rispetto al valore contabile del bene. Torniamo all’esempio precedente. Il nostro macchinario ha un valore contabile di 100, ma questa volta ipotizziamo che venga venduto al prezzo di 130. La differenza di 30 rappresenta una plusvalenza, ovvero una variazione positiva di reddito straordinaria.
Negli esempi precedenti per valore contabile si deve intendere il costo storico al netto di eventuali fondi ammortamento accantonati.
Minusvalenze e plusvalenze si possono verificare, oltre che nel caso della vendita di un bene strumentale, anche nell’ipotesi di eliminazione dello stesso. In questo caso la minusvalenza o la plusvalenza è data dalla differenza tra il valore di sostituzione o di eliminazione e il valore contabile.
Facciamo un altro esempio. Supponiamo che un macchinario, del valore contabile di 100, sia impiegato per ottenere un prodotto che non è più di moda. L’azienda decide di non effettuare più tale produzione e il macchinario viene eliminato dal processo produttivo e viene disassemblato in modo da vendere i pezzi di recupero, poichè, trattandosi di un macchinario vecchio difficilmente potrebbe essere venduto come tale. Dalla vendita delle parti componenti si ricava un valore di 30. La differenza di 70 costituisce una minusvalenza.
Passiamo ora ad esaminare le sopravvenienze attive e passive.
Le sopravvenienze sono dei componenti straordinari di reddito, cioè costi e ricavi che non hanno carattere ricorrente e non sono generati dalla normale attività svolta dall’impresa.
Le sopravvenienze attive sono nuove attività che si aggiungono alle precedenti o nuovi ricavi che sorgono con riferimento ad operazioni estranee alla normale gestione dell’impresa e che si manifestano in modo accidentale ed imprevisto. Ad esempio, la riscossione di un credito precedentemente stralciato dalla contabilità perché ritenuto inesigibile. Questa nuova attività che si aggiunge alle precedenti rappresenta una sopravvenienza attiva, ovvero una variazione economica di reddito straordinaria positiva.
Le sopravvenienze passive sono nuove passività che si aggiungono alle precedenti o nuovi costi che sorgono con riferimento ad operazioni estranee alla normale gestione dell’impresa, che si manifestano in modo accidentale ed imprevisto. Ad esempio, durante il processo di lavorazione dell’impresa la rottura di alcuni serbatoi provoca un inquinamento delle acque circostanti. L’impresa, che non è coperta da nessuna assicurazione per tali eventi, è condannata a sostenere i costi necessari per bonificare le acque inquinate. Tale costo rappresenta una sopravvenienza passiva, ovvero una variazione economica di reddito straordinaria negativa.
Esaminiamo ora le insussistenze attive e passive.
Le insussistenze attive consistono in diminuzioni di passività o annullamenti di costi derivanti da fatti di carattere straordinario o imprevisto. Ad esempio, l’impresa ha registrato, negli esercizi passati, un costo per debiti tributari contestati con un ricorso alla Commissione Tributaria. La sentenza favorevole della Commissione Tributaria annulla tale debito, perciò l’impresa avrà un’insussistenza attiva, ovvero una variazione economica di reddito straordinaria positiva.
Le insussistenze passive consistono in diminuzioni di attività o annullamenti d ricavi che si verificano a seguito di eventi straordinari o imprevisti. Ad esempio l’impresa subisce un furto di denaro o di un auto aziendale. La diminuzione di queste attività rappresenta un’insussistenza passiva, ovvero una variazione economica di reddito straordinaria negativa.
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