PASSIVITA' CONSOLIDATE
IN COSA CONSISTONO
Le passività consolidate rappresentano finanziamenti in atto a titolo di credito a medio e lungo termine.
In parole povere si tratta di finanzianti attinti da fonti esterne, cioè di crediti concessi all’impresa da terzi.
Le passività consolidate rientrano, quindi, tra i
capitali di terzi, detti anche
capitali di credito.
I capitali di terzi, a loro volta, comprendono sia i debiti di finanziamento veri e propri che i debiti di funzionamento.
I primi, sono debiti aventi per oggetto una somma di denaro (ad esempio mutui, anticipazioni, scoperti di conto, ecc..), mentre i secondi sono dilazioni di pagamento ottenute in concomitanza con operazioni di acquisto.
Perché si possa parlare di passività consolidate il finanziamento deve avere una durata superiore ai 12 mesi.
Tra le
passività consolidate
si comprendono:
- mutui;
- prestiti obbligazionari;
- altri debiti a medio e lungo termine (quali ad esempio debiti di natura commerciale);
- fondo TFR;
- altri fondi durevoli.
Va osservato che dalle passività consolidate va esclusa la parte corrente dei debiti a medio e lungo termine.
Esempio:
dalla contabilità risulta un fondo TFR di 100.000 euro. Esso rappresenta una passività a medio e lungo termine.
Tuttavia l’impresa sa che, nei successivi 12 mesi, dovrà pagare 30.000 euro ad un dipendente che andrà in pensione per raggiunti limiti di età.
Quindi, il fondo TFR rappresenta una passività consolidata per 70.000 euro, mentre costituisce una passività corrente per i restanti 30.000 euro.
Come si finanzia un’impresa
Onerosità del capitale di credito
Passività correnti
Stato patrimoniale riclassificato
Struttura finanziaria dell’impresa
Capitale permanente
I mutui passivi