COME SI FINANZIA UN'IMPRESA

LE DIFFERENTI FORME DI FINANZIAMENTO A CUI RICORRE OGNI IMPRESA

Aggiornato al 01.07.2007

Ogni impresa, per poter svolgere la propria attività, ha bisogno di mezzi finanziari.

Le forme tecniche di finanziamento a cui ricorre l’impresa sono varie e dipendono anche dalla veste giuridica della stessa. Esistono, ad esempio, dei tipi di finanziamento a cui possono ricorrere solamente talune imprese. Così l’emissione di un prestito obbligazionario è una forma di finanziamento a cui possono ricorrere solamente le società per azioni.

Un altro elemento che incide sul tipo di finanziamento a cui può ricorrere l’impresa è la sua dimensione. Le imprese di piccole dimensioni, ad esempio, si finanziano esclusivamente con capitale apportato dal proprietario e con il prestito bancario.

Vediamo un quadro generale sul finanziamento delle imprese.

Tutte le imprese, a prescindere dalle dimensioni e dalla veste giuridica, ricorrono sia al capitale di proprietà che al capitale di terzi.

L’imprenditore individuale che decide di mettere su un’impresa apporta nella stessa un certo capitale. Così come accade nel caso in cui, più soci, decidono di costituire una società.

Il capitale così conferito prende il nome di capitale proprio e più precisamente di capitale di apporto.

Si parla di capitale di apporto anche nel caso di apporti successivi rispetto a quelli effettuati dall’imprenditore o dai soci al momento della costituzione dell’impresa. Ad esempio, l’imprenditore individuale si accorge che l’impresa sta crescendo e intende effettuare nuovi e maggiori investimenti: per questo decide di effettuare un nuovo apporto di mezzi finanziari successivo rispetto a quello effettuato all’atto della costituzione dell’impresa.

Si parla di capitale proprio anche con riferimento al così detto capitale di risparmio. Con questa espressione si intendono gli utili conseguiti dall’impresa che non sono stati prelevati dall’imprenditore (nel caso di impresa individuale) o non sono stati distribuiti ai soci (nel caso di società). In pratica si tratta di mezzi finanziari che sono stati prodotti dall’impresa e vengono trattenuti al suo interno.

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Il capitale proprio è conferito all’interno dell’impresa a tempo indeterminato e, in genere, per tutta la durata della vita dell’azienda., salvo quei rari casi nei quali si decide di ridurre la sua consistenza in quanto si ritiene che esso sia eccessivo rispetto alle esigenze finanziarie dell’impresa.

Tale capitale ha una remunerazione variabile che è legata all’andamento della gestione. Così se l’impresa chiude un esercizio con un utile esso può andare a remunerare il capitale di proprietà, ma se chiude l’esercizio con una perdita questa intacca la consistenza del capitale proprio.

Tutte le imprese si finanziano, oltre che con il capitale proprio, anche con il capitale di terzi, cioè con dei mezzi finanziari apportati da terzi. attraverso varie forme tecniche.

Il capitale di terzi è conferito all’interno dell’impresa sempre a tempo determinato. A seconda della durata del prestito si parla di:

  • debiti a breve termine (la cui durata non eccede i 12 mesi);

  • debiti a medio termine (la cui durata va da 1 a 5 anni);

  • debiti a lungo termine (la cui durata va dai 5 anni in poi).


I finanziamenti di terzi prevedono una remunerazione fissa in quanto l’interesse è concordato con il creditore ed è dovuto a prescindere da quelle che sono le condizioni economiche dell’impresa, salvo i casi nei quali l’azienda si trova in condizioni di dissesto e non è più in grado di pagare gli interessi sulle somme prese a prestito.

Il capitale di terzi si differenzia, a sua volta, in debiti di finanziamento e debiti di funzionamento.

Per debiti di finanziamento si intendono i debiti contratti dall’impresa aventi per oggetto l’ottenimento di una somma di denaro (mutui, scoperti di c/c, prestiti obbligazionari, ecc..).

Per debiti di funzionamento, invece, si intendono le dilazioni di pagamento che l’impresa ottiene da parte dei fornitori di beni o servizi. Essi non comportano l’afflusso di mezzi monetari all’interno dell’impresa, ma evitano, per il periodo della dilazione accordata, che ci sia un esborso di mezzi finanziari i quali, nel frattempo, possono essere investiti in altre attività.

 
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