TAYLOR E IL MANAGEMENT SCIENTIFICO
COSA PREVEDE LA TEORIA DELLO SCIENTIFIC MANAGEMENT
Taylor rimane ancora oggi uno dei nomi più noti e menzionati nell’ambito del pensiero organizzativo: rappresenta le origini di tale pensiero che si possono far risalire all’inizio del secolo.
A lui si deve la teoria dello scientific management, il cui scopo è quello di migliorare l’efficienza dell’azienda attraverso una riduzione dei costi di produzione. Questo obiettivo può essere realizzato applicando dei rigorosi metodi nell’organizzazione del lavoro, che fino a quel momento era stata effettuata in modo molto approssimativo. Si parla, proprio per questo, di OSL, ovvero organizzazione scientifica del lavoro.
Secondo Taylor, l’impresa ha come scopo principale il conseguimento del massimo benessere sia dell’imprenditore che dei lavoratori: pertanto, la naturale contrapposizione di interessi tra queste due categorie di soggetti, può essere superata in modo da garantire al tempo stesso un basso costo del lavoro per l’impresa e elevati salari per i lavoratori.
Per ottenere tale risultato è necessario effettuare uno studio scientifico dei tempi e metodi di lavoro nella convinzione che esiste una sola via ottimale ( one best way) per ogni problema di natura organizzativa. Pertanto occorre distinguere nettamente lo studio e la progettazione del lavoro dalla sua esecuzione: il ciclo di lavoro deve essere scomposto in elementi analitici, che vanno studiati al fine di cercare il modo più economico e razionale per essere svolti per poi essere ricomposto in modo da addestrare gli operai alla one best way. I lavoratori devono lavorare secondo le istruzioni ricevute, rispettando i tempi prefissati.
Occorre, inoltre, scegliere l’operaio idoneo a svolgere il lavoro ( the right man to the right place).
Il lavoratore deve essere remunerato attraverso un salario commisurato al rendimento raggiunto, premiando così coloro che producono maggiormente attraverso l’impiego di forme di incentivazione: in pratica si tratta di pagare sopra la media chi raggiunge il rendimento massimo.
Lo scientific management presuppone una rigorosa divisione dei compiti, la specializzazione delle funzioni e la standardizzazione delle procedure di lavoro.
Inoltre, di fondamentale importanza, è la gerarchia e la necessità di individuare la catena di comando. Infine è opportuno che ogni capo abbia un numero limitato di subordinati in modo da poter esercitare in modo efficace il controllo.
A tale proposito, secondo Taylor, la struttura funzionale è più adeguata di quella gerarchica. Quest’ultima, infatti, attribuisce troppe incombenze a chi dirige un’officina che deve, spesso, avere conoscenze di varia natura difficilmente riscontrabili in una sola persona. Con la struttura funzionale, invece, ogni dipendente riceve compiti da più capi, ma su ambiti diversi.