RISERVE DI PRODUCIBILITA' E DI RICETTIVITA'

LE RISERVE DI OPERATIVITA'

Aggiornato al 14.12.2016

Ogni azienda ha una certa capacità produttiva, vale a dire l’attitudine a produrre un dato volume di beni o servizi in una determinata unità di tempo.

La capacità produttiva dell’azienda dipende ovviamente dall’entità degli investimenti in fattori ad utilizzo pluriennale. Tale entità sarà determinata in conformità a quelle che si prevedono siano le quantità collocabili sul mercato dall’azienda.

Poiché l’andamento della propensione al consumo futura dipende da variabili economiche non controllabili direttamente dal singolo imprenditore, la sua previsione è ovviamente incerta. Tale incertezza è la principale causa del rischio d’impresa.

Ma come può, l’impresa, dotata di un certo livello d’investimenti, e dunque di una determinata capacità produttiva, nel breve periodo, far fronte a variazioni della domanda da parte del mercato?


Con le riserve d’operatività, che hanno un importantissimo ruolo nella tutela dell’impresa dalle conseguenze della variabilità del mercato.

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Le riserve d’operatività si differenziano in riserve di producibilità e riserve di ricettività.

Le riserve di producibilità sono date dalla differenza tra la massima capacità produttiva dell’azienda e la produzione media della stessa.

Le riserve di ricettività sono date dalla differenza tra la massima capacità d’assorbimento del mercato e la massima capacità produttiva dell’impresa.

Vediamo questi concetti ricorrendo ad un grafico.


riserve di producibilità e di ricettività

Esaminiamo il grafico.

La curva "a" rappresenta la produzione effettiva dell’impresa.
La curva "b" rappresenta la massima quantità producibile dall’impresa.
La curva "c" rappresenta la massima capacità ricettiva del mercato dell’impresa.

La zona tratteggiata verticalmente costituisce la riserva di ricettività.
La zona col tratteggio orizzontale è la riserva di producibilità.

Al tempo t0 l’azienda in esame ha un volume di investimenti in impianti che le permette di arrivare ad una produzione massima di q1, sensibilmente inferiore rispetto alla massima quantità collocabile sul mercato che è q 4. L’azienda, partendo da una produzione pari a q0, accresce la stessa fino ad arrivare al tempo t1 ad annullare completamente la propria riserva di producibilità. A questo punto viene deciso un incremento degli investimenti che consente all’azienda di portare la quantità massima producibile a q2, con un nuovo incremento della riserva di producibilità e una riduzione della riserva di ricettività. Una situazione del tutto analoga accade al tempo t2.

E’ evidente che le riserve di producibilità permettono all’azienda di far fronte a variazioni della domanda di breve periodo, soddisfacendo le punte massime della stessa. In questo modo l’azienda può far fronte a delle punte temporanee di domanda del mercato senza bisogno di intervenire sull’entità dei propri investimenti. Al contempo l’azienda avrà la possibilità di sfruttare gli impianti ad un livello inferiore a quello massimo: impiegandoli nella maniera tecnicamente più adeguata.

Quando la produzione effettiva dell’azienda tende stabilmente verso la massima produzione possibile, dati gli impianti a disposizione, sorge il problema di valutare, a livello di pianificazione, l’opportunità di incrementare l’entità degli investimenti. In questi casi bisognerà tenere presente che l’incremento degli impianti, e quindi della massima capacità produttiva dell’impresa, non leda eccessivamente la riserva di ricettività.
Questa, infatti, può consentire all’azienda di far fronte ad eventuali flessioni della domanda prevista. Se la domanda dovesse attestarsi a livelli inferiori rispetto a quelli previsti, l’assenza di tali riserve, potrebbe portare l’azienda ad avere capacità produttive eccessive rispetto alle capacità di ricezione del mercato.

Le riserve di producibilità consentono di ottenere un ottimale rendimento degli impianti, senza impedire di far fronte a punte critiche di domanda, facendo ricorso alla massima capacità produttiva degli impianti, sempre che le materie prime e sussidiarie aggiuntive necessarie, siano disponibili grazie ad un’opportuna politica di approvvigionamenti.

 
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