CLASSIFICAZIONE DEI COSTI

LA DIFFERENZA TRA COSTI FISSI E VARIABILI, COSTI DIRETTI ED INDIRETTI, COSTI COMUNI E SPECIFICI

di www.studiobarale.it
Aggiornato al 04.12.2007

CONVENZIONE

  • Prodotti
  • Servizi
  • Commesse
  • Progetti

Le logiche e i metodi che esamineremo si applicano indifferentemente a questi oggetti.
Per semplicità, parleremo sempre di “prodotti”.


QUALI COSTI PER QUALI DECISIONI?

  • Prima di pensare al "come", in realtà, occorrerebbe domandarsi per quale scopo si devono calcolare i costi.
  • Infatti, la risposta alla domanda è che …
    … dipende dal tipo di decisione che si deve prendere.


DIPENDE PERCHÉ…

… non esiste alcuna configurazione di costo "vera" in assoluto (cioè utilizzabile per qualsiasi scopo).
Esistono invece diverse possibili configurazioni di costo che sono "vere" in senso relativo, poiché costruite “ad hoc”, per supportare specifiche decisioni


QUALI DECISIONI?

  • Decisioni di “breve periodo”…
    … che mirano a massimizzare il risultato economico impiegando le risorse disponibili e, quindi, …
    … che non comportano modifiche alla struttura aziendale (non influiscono sui cosiddetti costi fissi)
  • Decisioni di “lungo periodo” …
    … strategiche, che inducono cambiamenti nella struttura e nella capacità produttiva dell’impresa.


DECISIONI DI BREVE PERIODO

  • Individuazione dei prodotti più convenienti, in presenza di capacità
    produttive limitate.
  • Decisioni di “make or buy”, ovvero: la scelta tra produrre in proprio o
    acquistare da altri produttori.
  • Valutazione delle possibilità di sopportare riduzioni di prezzo, in
    situazione di forte competizione.
  • Determinazione del prezzo minimo accettabile, per quantitativi
    addizionali, in presenza di capacità produttive non sature.
  • Campagne promozionali, “canvass” di vendita.
  • Ecc.


DECISIONI “STRATEGICHE”

  • Inserimento di nuovi prodotti (valutazione).
  • investimento in nuove linee produttive.
  • Impostazione del "pricing“.
  • Investimenti per migliorare i processi (analisi delle “cause” dei costi).
  • Ecc.


IL PUNTO DI PARTENZA: LA CLASSIFICAZIONE DEI COSTI


Classificazione dei costi


COSTI VARIABILI

  • Sono le voci di costo la cui entità varia “proporzionalmente” al variare dei volumi (di produzione e di vendita):
    • materie prime (costo della merce);
    • manodopera diretta;
    • provvigioni passive;
    • spese di trasporto;
    • ecc.
  • Sono costi che l’azienda sostiene solo se, e nella misura, in cui produce e vende.


I costi variabili sugli assi cartesiani


COSTI FISSI

  • Sono le voci di costo che – entro un determinato periodo di tempo ed entro determinati limiti del volume produttivo – non variano:
    • ammortamenti;
    • stipendi amministrativi;
    • spese generali (postali, telefoniche.....);
    • manutenzioni;
    • canoni leasing;
    • ecc.
  • Sono definiti anche “costi di struttura” in quanto devono essere sostenuti per il fatto stesso che esiste una struttura aziendale. Essi graverebbero sul conto economico anche qualora il fatturato aziendale fosse nullo

Andamento entro un determinato intervallo di tempo


I costi fissi sugli assi cartesiani


  • Nel lungo periodo anche i costi fissi variano.
  • Essi crescono al raggiungimento del limite di saturazione della capacità produttiva.


Diagramma dei costi fissi crescenti a scatti

L'ARTICOLO PROSEGUE SOTTO LA PUBBLICITA'


COSTI SPECIFICI (DIRETTI)

  • Sono costi (sia variabili, sia fissi) relativi a fattori produttivi che contribuiscono esclusivamente all’ottenimento di un determinato oggetto (prodotto, servizio, fase di lavorazione, ecc.).
  • Sono costi che – in quanto specifici – non si sosterrebbero, se si decidesse di eliminare l’oggetto al cui ottenimento servono.
  • Pertanto, essi possono essere attribuiti “direttamente” ed in modo univoco ad un determinato oggetto di calcolo (prodotto, reparto, lavorazione, centro di costo, ecc.)

Esempi:

  • In generale, i costi variabili (consumi, manodopera diretta, provvigioni, ecc.).
  • I costi riferibili ad un reparto “dedicato” alla produzione di una determinata linea di prodotti (ammortamenti, energia, manodopera, ecc.).
  • I costi di un’iniziativa commerciale, mirata alla promozione di uno specifico prodotto.
  • Ecc.

.

COSTI COMUNI (INDIRETTI)

  • Sono costi relativi a fattori produttivi che contribuiscono all’ottenimento di più oggetti di calcolo (prodotti, servizi, fasi di lavorazione, ecc.).
  • Essi possono essere attribuiti ad un determinato oggetto di calcolo soltanto in modo indiretto e non univoco.
  • La loro attribuzione può avvenire soltanto mediante congetture, ripartendoli in quote, mediante “basi” di ripartizione soggettive.

Esempi:

  • Le spese amministrative e generali.
  • I costi delle direzioni generale, commerciale, marketing, produzione, ecc.
  • I costi di affitto e di gestione di un magazzino comune a tutti i prodotti.
  • I costi relative alla struttura informatica dell’azienda (personale, ammortamenti, utenze, ecc.).
  • ecc.


IL CALCOLO DEI COSTI - I METODI ALTERNATIVI



DIRECT COSTING

  • Si basa sulla classificazione dei costi variabili e fissi.
  • Prevede che al prodotto (oggetto di calcolo) si attribuiscano soltanto gli elementi di costo variabili.
    • materie prime (costo della merce);
    • manodopera diretta;
    • lavorazioni esterne;
    • provvigioni passive;
    • spese di trasporto;
    • ecc.
  • E’ un metodo “oggettivo” che evita qualsiasi congettura per l’attribuzione ai prodotti anche di quote dei costi fissi.

  • Con il “direct costing” la redditività dei prodotti è misurata dal “margine di contribuzione”:


Margine di contribuzione = Ricavi - Costi Variabili
Margine contribuzione unitario = Prezzo unitario - Costo variabile unitario


  • I costi fissi sono considerati “costi di periodo”, cioè costi che devono essere sostenuti in un determinato periodo di tempo, indipendentemente dai volumi di produzione/vendita realizzati nel medesimo periodo.
  • I costi fissi non sono né ripartiti, né imputati ai prodotti, ma sono considerati come un ammontare complessivo che deve essere coperto dal margine di contribuzione complessivo.


CONTO ECONOMICO A MARGINE DI CONTRIBUZIONE


Conto economico a margine di contribuzione

 
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