LA PUBBLICITA' SU INTERNET: IL BANNER

LA PRIMA FORMA DI PUBBLICITÀ ON LINE

di Alessandro Garro
Aggiornato al 27.09.2012

La prima pubblicità online della storia è il banner, un rettangolo di varie dimensioni recante il messaggio pubblicitario (anche uno spot) su altri siti rispetto a quello dell’azienda che si pubblicizza.

I banner pubblicitari hanno dei formati standard in pixel, si va dal 728x90 (lungo in orizzontale) al 300x250 (quadrato), dal 120x600 (lungo in verticale, o skyscraper) al 120x60 (rettangolo piccolo).

Il banner può essere pagato in pay per impressions (secondo il numero di visualizzazioni) oppure acquistando lo spazio per un certo periodo di tempo (una settimana, un mese ecc.).

I banner devono essere collocati in modo ben visibile su siti Web o portali “in target”, ossia su pagine visitate dai potenziali clienti. Anche per i nuovi mezzi torna fondamentale avere alle spalle della pubblicità un buon marketing, che identifica con precisione e conosce in profondità comportamenti e modalità di acquisto dei potenziali clienti: conoscere il profilo della propria

clientela è una precondizione per riuscire ad intercettarla sul Web.

Esattamente come accade per la pubblicità tradizionale su giornali e riviste, l’eccessiva presenza pubblicitaria crea un “effetto rumore” nel processo di comunicazione, facendo sì che l’occhio del navigatore reagisca concentrandosi solo sul testo che interessa ed evitando tutto il resto. Gli spazi banner efficaci in una pagina Web sono 4-5 al massimo, collocati in alto per attrarre l’attenzione del navigatore prima che egli si concentri sul testo. L’ideale dal punto di vista pubblicitario sarebbe essere lo sponsor unico di una pagina Web, in modo da eliminare il “rumore”; naturalmente si tratta anche dell’opzione più costosa.

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La presenza online di banner dovrebbe assicurare all’azienda di aumentare il numero dei visitatori in entrata nel suo sito, e questo dovrebbe aumentare anche il numero delle richieste d’informazione e di vendite.


Tuttavia il rapporto non è così diretto, e il tasso di conversione delle visualizzazioni in vendite potrebbe essere fortemente ridotto da alcuni frequenti errori:

  • Target generico.

    Forse l’errore più frequente: se il messaggio della pubblicità online è troppo generalista si ottiene come risultato traffico sul sito aziendale non qualificato, formato in prevalenza da navigatori che visitano il sito per curiosità o anche per sbaglio, non per un reale interesse ai prodotti o servizi pubblicizzati.

  • Landing page sbagliata.

    Banner pubblicitari che danno accesso alla home page del sito aziendale piuttosto che direttamente alla pagina interna relativa all’offerta veicolata tramite il banner. Quante più azioni (clic) l’utente deve compiere per raggiungere l’informazione rilevante, tanto più alta è la probabilità che si stanchi e navighi altrove prima di averla trovata.

  • Messaggio fuorviante.

    Se il messaggio veicolato dal banner è eccessivo e fuorviante si crea nel navigatore un’aspettativa che il sito Web aziendale non riuscirà a soddisfare. Dopo aver cliccato sul banner e verificato l’offerta effettiva presente sul sito, il navigatore se ne va deluso.


 
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