RICLASSIFICAZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE

I DIFFERENTI CRITERI DI RICLASSIFICAZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE

Aggiornato al 11.01.2012

Lo Stato patrimoniale può essere riclassificato secondo vari criteri:


Vediamo in cosa si differenziano questi tre criteri.


CRITERIO FINANZIARIO

La riclassificazione dello Stato patrimoniale in base al criterio finanziario porta ad aggregare:

  • gli elementi attivi del patrimonio in base al loro grado di liquidità, cioè in base alla loro capacità di essere trasformati in tempi rapidi ed in modo economico in liquidità;
  • gli elementi passivi del patrimonio in base al loro grado di esigibilità, cioè in base alla loro scadenza, per quanto concerne i debiti, e al periodi di distribuzione nel caso delle poste ideali del patrimonio netto.

Con questo criterio di riclassificazione, i valori dell’attivo rappresentano gli investimenti in attesa di realizzo diretto ed i ndiretto alla data del bilancio, mentre i valori del passivo rappresentano il capitale acquisito alla data di chiusura dell’esercizio.

Per realizzo diretto si intende la vendita dei beni (ad esempio delle merci, dei prodotti presenti in magazzino) e il conseguimento di un relativo ricavo.

Per realizzo indiretto si intende il conseguimento di ricavi durante la vita utile dei beni, ricavi tali da consentire la copertura dei costi sostenuti. Sono attività per le quali vi è un realizzo indiretto i fabbricati, i macchinari, le attrezzature, ecc..

Le attività costituiscono il fabbisogno finanziario dell’impresa alla data del bilancio, mentre le passività e il capitale netto rappresentano le fonti di finanziamento in atto alla data del bilancio.

Questo criterio di riclassificazione dello Stato patrimoniale è quello più largamente utilizzato.

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CRITERIO FUNZIONALE

La riclassificazione dello Stato patrimoniale in base al criterio funzionale, detto anche criterio di pertinenza gestionale, raggruppa gli elementi attivi e passivi sulla base della loro partecipazione alla gestione caratteristica dell’impresa, a quella accessoria o a quella finanziaria.

Ricordiamo che per gestione caratteristica dell’impresa si intende l’attività che rientra nell’oggetto tipico dell’azienda.

Ad esempio per un’impresa mercantile, l’attività caratteristica sarà l’acquisto di merci e la loro rivendita.

Per un’impresa che produce frigoriferi, l’attività caratteristica è data dall’acquisto dei fattori produttivi, dalla loro trasformazione in frigoriferi e dalla vendita di questi ultimi sul mercato.

Per gestione accessoria si intendono quelle attività diverse da quelle tipiche dell’impresa che sono poste in essere con lo scopo di impiegare in modo redditizio dei mezzi liquidi esuberanti, o al fine di creare collegamenti proficui con altre imprese.

Ad esempio, rientra nella gestione accessoria l’attività di un’impresa mercantile che investe delle eccedenze di liquidità in titoli pubblici per lucrare gli interessi.

Infine la gestione finanziaria è costituita dalle attività di reperimento di capitale e dal loro impiego nell’impresa.


CRITERIO DEL CICLO OPERATIVO AZIENDALE

Per ciclo operativo aziendale si intende il tempo che intercorre tra il momento in cui l’impresa sostiene i costi per l’acquisizione dei fattori produttivi e il momento in cui essa consegue i ricavi relativi alla vendita delle merci o dei prodotti finiti sul mercato.

Riclassificare lo stato patrimoniale in base al criterio del ciclo operativo aziendale significa aggregare le attività e le passività in, attività e passività a breve e a medio e lungo termine non in base alla loro liquidità, ma in base alla durata del ciclo operativo aziendale.

La durata di tale ciclo può variare a seconda del settore di attività e, a volte, varia anche tra imprese dello stesso settore.

Tale durata potrà essere inferiore all’anno in alcuni casi, mentre in altri casi potrà durare anche più esercizi (si pensi ad esempio alle imprese che operano su commessa realizzando lavori di durata ultrannuale).

Questo criterio di riclassificazione dello Stato patrimoniale è particolarmente complesso da applicare e può essere usato solamente da analisti interni che dispongono delle informazioni necessarie per poter procedere alle necessarie aggregazioni delle voci di bilancio.

Nella pratica è il criterio di riclassificazione meno impiegato.

 
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