MODELLO VARIABILI CRITICHE-STRUTTURA
QUALI SONO LE SUE CARATTERISTICHE
Il modello variabili critiche-struttura individua la struttura organizzativa che permette all’impresa di raggiungere gli obiettivi di redditività fissati, tenuto conto delle strategie che l’impresa intende perseguire.
Questo modello è stato elaborato inizialmente da Ansoff e da Brandenburg.
Per scegliere la struttura organizzativa più adeguata per l’impresa, ovvero quella che consente di raggiungere gli obiettivi fissati in termini di redditività, gli autori suggeriscono di partire dall’individuare le strutture tipiche operanti nelle imprese.
Tali strutture sono:
- la struttura funzionale
- la struttura divisionale;
- la struttura elastica;
- la struttura innovativa.
Ognuna di queste strutture può presentare, nella pratica, delle varianti.
Ogni struttura e, ogni sua possibile variante, deve essere giudicata in base alla sua capacità di raggiungere gli obiettivi aziendali (espressi in termini di redditività) e alcuni sub-obiettivi (nei quali possono essere scissi gli obiettivi aziendali).
In particolare si tratta di valutare la capacità di ciascuna struttura di ottimizzare le seguenti variabili critiche:
- efficienza in condizioni di stabilità;
- elasticità operativa;
- elasticità strategica;
- elasticità strutturale.
L’efficienza va intesa come economicità nell’impiego delle risorse ed è particolarmente importante in condizioni di stabilità delle quantità prodotte e delle caratteristiche dei prodotti e dei mercati nei quali l’impresa opera.
L’efficienza si ottiene soprattutto localizzando le decisioni ai livelli organizzativi dove i fattori da tenere presente sono noti ed evidenti e ricorrendo in modo massiccio alla standardizzazione.
L’elasticità operativa è la capacità di cambiare in modo rapido le quantità prodotte in caso di variazioni quantitative della domanda o come risposta ad alcune azioni della concorrenza.
L’elasticità operativa si ottiene con un adeguato sistema informativo capace di fornire informazioni sull’azienda e sul mercato; con la presenza di piani di emergenza da attuare nel caso in cui si renda necessario modificare i volumi di produzione.
L’elasticità strategica è la capacità dell’azienda di cambiare in modo rapido le caratteristiche qualitative dei propri prodotti in caso di obsolescenza, innovazioni tecnologiche, nuove opportunità di mercato.
L’elasticità strategica si ottiene con un sistema informativo molto raffinato capace di cogliere i segnali nei mutamenti in atto nel mercato, ma anche le prospettive future di evoluzione; struttura organizzativa capace di elaborare idee a tutti i livelli; meccanismi che favoriscano l’innovazione.
L’ elasticità strutturale consiste nel fatto che l’impresa dispone di una struttura organizzativa flessibile. Essa risulta utile quando l’impresa non è dotata di elasticità operativa e strategica e permette all’impresa di reagire ai mutamenti cambiando la propria struttura organizzativa.
All’interno di un’azienda concreta, vi sono variabili critiche che possono essere prioritarie rispetto alle altre.
Ad esempio, per l’impresa che opera in un ambiente fortemente dinamico con una quantità di domanda che subisce frequenti mutamenti assume maggiore importanza l’elasticità operativa rispetto all’efficienza.
Posto che ogni struttura organizzativa privilegia determinate variabili critiche a discapito delle altre, è chiaro che ogni impresa deve scegliere la struttura che variabili critiche che per essa sono prioritarie.
In particolare:
- la struttura funzionale favorisce l’ efficienza poiché consente un raggruppamento delle risorse aventi la medesima specializzazione. In alcuni casi può privilegiare anche l’ elasticità operativa, dato che poggia su un sistema di comunicazioni abbastanza semplici;
- la struttura multidivisionale favorisce l’ elasticità operativa e in alcuni casi anche quella strategica;
- la struttura elastica, che non è altro che una particolare struttura a matrice, favorisce l’ elasticità operativa poiché permette di spostare le risorse da un progetto all’altro qualora ve ne fosse bisogno. Essa può anche favorire l’ elasticità strategica e quella strutturale;
- la struttura innovativa favorisce soprattutto l’elasticità strategica.