RISERVE DI UTILI E RISERVE DI CAPITALI

QUALI SONO LE DIFFERENZE TRA LE RISERVE DI UTILI E LE RISERVE DI CAPITALI

Aggiornato al 31.05.2011

Il patrimonio netto è dato dalla differenza tra le attività e le passività dell’impresa risultanti dal bilancio.

Esso è composto idealmente da tre parti:

  • il capitale sociale, che corrisponde al valore nominale delle azioni o quote sottoscritte dai soci;
  • le riserve;
  • gli utili o le perdite dell’esercizio e quelli di esercizi precedenti che non sono stati ancora destinati o coperti.

Soffermiamoci ad esaminare le riserve.


Vi sono vari criteri di classificazione di questa posta ideale del patrimonio netto. In particolare esse possono essere classificate in base alla destinazione, e si distinguono allora in riserve disponibili e riserve indisponibili, e in base alla loro origine, e in questo caso si distinguono le riserve di utili dalle riserve di capitale.


Quindi:


Classificazione delle riserve del patrimonio netto

Esaminiamo ora le differenze esistenti tra queste ultime riserve, quelle di utili e di capitali.


Sono riserve di utili le riserve che traggono origine dal risparmio di utili dell’esercizio.

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Queste riserve sorgono in quanto, al momento del riparto dell’utile netto risultante dal bilancio approvato, si decide di destinare una parte di esso a riserve.

In alcuni casi la costituzione di tali riserve è un obbligo di legge, parliamo della riserva legale, in altri è un obbligo previsto dallo statuto, ci riferiamo alla riserva statutaria.

Nei restanti casi viene constituita liberamente al momento in cui si delibera la distribuzione degli utili: si parla allora di riserve facoltative e riserve straordinarie.

Anche la semplice delibera di non distribuzione degli utili, come accade con gli utili portati a nuovo, dà luogo al sorgere di una riserva di utili.


Le riserve di capitale, invece, hanno un’origine più variegata e derivano da elementi patrimoniali diversi dagli utili netti.

Così queste riserve possono essere costituite in sede di ulteriori apporti dei soci o di conversione di obbligazioni in azioni, di rivalutazione monetaria, di donazioni da parte dei soci o di rinuncia di crediti da parte dei soci e di rilevazione di differenze di fusione.

 
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