IL RIPARTO DEGLI UTILI DELLO STUDIO ASSOCIATO

I CRITERI DI RIPARTIZIONE DEL REDDITO IN UNO STUDIO ASSOCIATO

Aggiornato al 03.12.2014

Nello studio associato si verifica la seguente situazione:

  • i compensi spettanti per l’attività professionale sono fatturati e riscossi dallo studio;
  • le spese di natura professionale sono a carico dello studio.

L’utile netto conseguito, dato dalla differenza tra ricavi e costi, viene ripartito secondo le modalità stabilite nei patti sociali o nello statuto.


I metodi applicabili a tal fine sono sostanzialmente tre:

  • In base ad una percentuale fissa. Questo metodo è il più semplice da applicare e si adatta, in particolar modo, agli studi di dimensioni più modeste. Nel fissare la percentuale di partecipazione all’utile dei vari soci si possono tenere conto di vari fattori come l’anzianità e di conseguenza l’esperienza maturata, la clientela apportata, il capitale apportato, il numero di ore di lavoro che si presume prestino i vari professionisti nello studio, ecc.


    Esempio: tre professionisti decidono di dar vita ad uno studio associato. Il primo associato prevede di lavorare full time nello studio, mentre gli altri due prevedono di lavorare entrambi part-time nello studio.
    Si decide di effettuare la ripartizione dell’utile in base alle seguenti quote: 50% dell’utile al primo e 25% dell’utile agli altri due.


  • In base ad un criterio variabile. In questo caso si deve tenere conto di una serie di parametri che dovranno tramutarsi in una percentuale da attribuire ad ogni associato. I parametri a cui fare riferimento possono essere l’apporto di clientela, l’acquisizione di nuovi clienti, il tipo di attività svolta, il fatturato conseguito, il tempo impiegato per lo svolgimento delle pratiche, il tempo dedicato alle attività di pubbliche relazioni o alla ricerca di nuove iniziative, ecc..;

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    Esempio: tre professionisti decidono di dar vita ad uno studio associato. Essi prevedono di ripartire il reddito conseguito in base a due parametri variabili: il numero delle ore dedicate allo svolgimento delle pratiche dei clienti e rilevabili dalle schede giornaliere predisposte dai singoli associati, ed in base alle ore dedicate all’attività di formazione e aggiornamento professionale.


  • In base a criteri misti fondati su una percentuale fissa predeterminata e una variabile da stabilirsi alla fine dell’anno sulla base dei parametri visti in precedenza.


    Esempio: tre professionisti decidono di dar vita ad uno studio associato. Essi prevedono di ripartire il reddito conseguito nel modo seguente:

    • metà del reddito netto viene ripartito in parti uguali tra i tre associati;
    • l’altra metà è ripartita in base alle ore dedicate allo svolgimento delle pratiche dei clienti.

Nel caso di compensi spettanti all’associato in qualità di membro di un consiglio di amministrazione o di un collegio sindacale o per la carica di curatore fallimentare è possibile riconoscere al socio una percentuale a suo favore.

 
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