QUOTE DI AMMORTAMENTO VARIABILI

COME SI CALCOLANO

Aggiornato al 18.02.2008

Tra le modalità di calcolo delle quote di ammortamento esiste anche la possibilità di effettuare quote di ammortamento variabili.

Questo metodo consiste nel determinare le quote di ammortamento da imputare al Conto economico di ciascun esercizio in base ad opportuni indici quantitativi come la quantità di produzione o le ore di lavoro.

Le quote di ammortamento calcolate in base alla quantità di produzione sono determinate in modo direttamente proporzionale al rapporto tra la quantità di produzione ottenuta nell’ esercizio e il volume complessivo di produzione che si presume si possa avere nel corso della vita utile dell’impianto.

Le quote di ammortamento calcolate in base alle ore di lavoro sono determinate in modo direttamente proporzionale al rapporto tra le ore di lavoro nell’esercizio dell’impianto da ammortizzare e quelle complessive presunte per l’intera durata della vita utile del bene.

E’ evidente che il limite maggiore di questi metodi sta nella difficoltà di prevedere la quantità totale di produzione o le ore complessive di lavoro dell’impianto. La determinazione preventiva di tali valori è estremamente ardua, come pure difficile è prevedere in modo attendibile la durata dei beni da ammortizzare soprattutto per la possibilità che vengano eliminati dal processo produttivo per cause economiche.

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Va poi osservato che non sempre vi è una relazione tra volume di produzione o ore di lavoro e deperimento fisico del bene. In alcuni casi, infatti, il logorio fisico dell’ immobilizzazione non è direttamente proporzionale alla quantità prodotta o alle ore di lavoro: l’uso di un impianto, spesso, è solo una delle cause del suo deperimento fisico.

Esistono poi delle immobilizzazioni che subiscono un logorio fisico maggiore proprio quando sono inattive come nel caso delle fornaci.

Inoltre, uno stesso impianto potrebbe subire un deperimento diverso a seconda del tipo di lavorazione eseguita.

Ultima considerazione, ma non meno importante, è che il logorio fisico è solamente uno dei fattori di cui occorre tenere conto nella ripartizione del costo pluriennale tra vari esercizi attraverso il calcolo delle quote di ammortamento. E’ pur vero che, in alcuni casi, può apparire logico far gravare il costo pluriennale relativo ad una immobilizzazione maggiormente negli esercizi in cui, a seguito di una maggiore produzione, sono conseguiti dei maggiori ricavi. In ogni caso, i criteri di ammortamento proporzionali alle quantità di produzione o alle ore di lavoro, anche quando sono ritenuti opportuni, vanno usati con cautela in modo da evitare di imputare degli ammortamenti esigui in alcuni esercizi in attesa di migliori condizioni di gestione.

A tale proposito l’ OIC 16 precisa che non è ammesso l’uso di metodi di ammortamento a quote crescenti, poiché essi sono in contrasto con il principio della prudenza.

Tuttavia, tale principio contabile, stabilisce che è possibile ammortizzare un’immobilizzazione materiale in base al metodo delle unità di prodotto quando questo metodo fornisce una migliore rappresentazione dell’utilità ritraibile dal bene lungo la sua vita utile. Un esempio potrebbe essere rappresentato dalle industrie estrattive.

Inoltre, sempre secondo l’OIC 16, non sono ammessi metodi nei quali le quote di ammortamento sono commisurate ai ricavi o ai risultati della gestione dell’impresa o di un suo ramo o di una sua divisione.

 
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