SPESE DI MANUTENZIONE ORDINARIA SU BENI DI TERZI

LE REGOLE FISCALI

Aggiornato al 20.06.2023

Le spese di manutenzione, riparazione e trasformazione su beni di proprietà che non sono portate ad incremento del costo dei beni stessi, sono deducibili nel limite del 5% del costo di tutti i beni materiali ammortizzabili quale risulta dall'apposito registro all'inizio dell'esercizio.


Nel caso in cui l'impresa sostenga spese di manutenzione ordinaria su beni di terzi esse sono interamente deducibili nell’esercizio di competenza.

Tale regola è applicabile sia da un punto di vista civilistico che fiscale. In particolare sotto il profilo fiscale, la regola si desume dalla lettura dell’art.102 del TUIR nella parte in cui stabilisce che il limite del 5% delle spese deducibili nel corso dell’esercizio debba essere calcolato con riferimento al valore dei beni iscritti nel registro dei beni ammortizzabili.

Dunque i beni di terzi posseduti dall’impresa, non essendo iscritti nel registro dei beni ammortizzabili, non entrano nel calcolo del 5%. Pertanto le spese di manutenzione ordinarie relative a tali beni si possono dedurre interamente nell’esercizio di competenza.


anche i compensi periodici a terzi per manutenzioni sono deducibili nell'esercizio di competenza senza alcun limite.


Le spese di manutenzione straordinarie su beni di terzi devono essere considerate delle Altre immobilizzazioni immateriali soggette alle consuete regole dell'ammortamento.

Dal punto di vista fiscale, i criteri civilistici di ripartizione delle spese di manutenzione straordinarie su beni di terzi, costituiscono il presupposto per la determinazione della quota imputabile all’esercizio (C.M. 73 del 27/05/1994).

 
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