PROGRAMMAZIONE DELLE AZIONI DI MARKETING
UN ESEMPIO DEL GRAFICO DI GANTT
di Alessandro GarroQuesta parte del piano contiene la pianificazione di dettaglio delle attività chiave da attuare nel corso dell’anno per mettere in opera le strategie decise.
Il piano di marketing è un documento di sintesi della politica commerciale dell’azienda, e in esso non si programmano tutte le azioni da attuare, ma soltanto quelle che sono di importanza decisiva per il raggiungimento degli obiettivi, o che richiedono un coordinamento preventivo tra diverse funzioni e reparti dell’azienda.
Includere nel piano la programmazione di dettaglio delle azioni chiave non è strettamente necessario, ma assicura maggiore facilità nel tenere poi sotto controllo le situazioni, verificare l’avanzamento dei lavori, e realizzare il raggiungimento dei risultati in tempo utile.
Inoltre, cautela anche contro un rischio talvolta presente: che il piano di marketing venga percepito come un documento formale, redatto una volta l’anno e che resta poi in un cassetto, invece di essere una guida costante per pilotare e coordinare le attività commerciali.
Programmare all’interno del piano di marketing solo alcune azioni selezionate, invece che inserirvi tutte quelle da attuare nell’anno successivo, non crea difficoltà nel momento della stesura del budget, che richiede una previsione del costo di tutte le azioni da attuare nell’anno, non solo delle più importanti.
Un manager ragionevolmente esperto è di norma perfettamente in grado di stimare in modo affidabile il costo delle attività che competono al suo settore, anche se esse non sono programmate in modo formale nel piano di marketing.
Nella pratica non esistono regole precise circa quale metodologia di programmazione della attività, tra le molte possibili, debba venire adottata nel piano di marketing.
In generale, è buona norma che le
tecniche di programmazione utilizzate
siano
in grado di soddisfare alcune condizioni:
- prendano in considerazione non solo previsione e programmazione delle azioni, ma la anche comunicazione e il coordinamento interno necessari par attuarle;
- assegnino ogni azione ad una persona responsabile, che prima ne negozia e accetta tempi, costi, e risultati attesi, e poi si prende cura dell’attuazione, riducendo il rischio di confusione e inefficienza.
Una metodologia ampiamente utilizzata è il grafico di Gantt, tanto che sono molti i software in commercio che lo costruiscono automaticamente.
Henry Gantt operava all’inizio del secolo scorso nel campo della programmazione della produzione, e fu tra i pionieri nello sviluppo dello “ scientific management”.
Un grafico di Gantt mostra visivamente i rapporti tra le fasi di un progetto, la loro durata temporale, la sequenza, e i momenti di sovrapposizione tra diverse attività.
Per crearne uno è necessario elencare le fasi richieste per ultimare un progetto e valutare il tempo necessario per completare ciascuna di esse.
Le fasi vengono elencate a sinistra del grafico mentre le date vanno messe in fondo, lungo l’asse orizzontale.
Poi si disegna una linea sul grafico in corrispondenza ad ogni attività, di solito partendo dalla data in cui si prevede di d’iniziare a lavorare alla fase indicata per finire al momento in cui prevedete di concludere quella fase.
Nell’impostazione originale di Gantt le linee si disegnano invece partendo dalla fine, e risalendo all’indietro fino alla prima attività, per calcolare la data limite in cui deve iniziare un processo per poterlo terminare in tempo utile.
La tecnica più semplice e di utilizzo generale è il
foglio di programmazione, una scheda che riporta, sotto il
nome della persona responsabile dell’attuazione o del coordinamento del lavoro, i dati essenziali che sono stati con essa concordati:
- data di inizio;
- data di fine prevista;
- risultato previsto;
- costo previsto .
Al termine del lavoro vi verranno aggiunti la data di fine effettiva, il risultato effettivo, e il costo effettivo. Questa è la tecnica utilizzata nell’esempio.
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